sabato 28 febbraio 2009

Giacomo Leopardi e l' astronomia

«La più sublime, la più nobile tra le Fisiche scienze ella è senza dubbio l'Astronomia».

Giacomo Leopardi aveva appena 15 anni quando scrisse l' opera dal titolo "Storia della Astronomia dalla sua origine sino all’anno 1813".

L'opera del giovane Giacomo, tuttavia, non è soltanto una sterile storia che parte dall'antichità fino al 1813, ma un affresco vivo e piacevole degli sviluppi delle indagini sul cielo, e affronta anche temi quali la pluralità dei mondi, l’eventuale vita extraterrestre, l’infinità dell’universo.

D' altra parte, l' INFINITO, la sua meravigliosa lirica, non è che l' espressione poetica del suo pensiero.

manoscritto dell' Infinito

Esiste un' altra Terra?

Nella nostra galassia ci potrebbero essere miliardi di pianeti come la terra e molti di essi potrebbero essere abitati da semplici forme di vita. Lo ha detto Alan Boss, della Carnegie institution of science, parlando a Chicago durante l'incontro annuale dell'American Association of science.
Citato dalla Bbc, lo scienziato ha detto che finora i telescopi hanno rilevato l'esistenza di oltre 300 pianeti al di fuori del nostro Sistema solare. Lo scienziato ha comunque precisato che pochissimi di essi sarebbero in grado di sostenere forme di vita. La maggior parte sono giganti gassosi come il nostro Giove. Sulla base del numero limitato di pianeti trovato finora, Boss ha spiegato che ogni stella come il Sole ha in media una "terra" come pianeta.
( fonte AGI )

Giordano Bruno


Giordano Bruno nella sua opera "De l'Infinito Universo e mondi" (1584) ci parla di una cosmologia che solo oggi la scienza sta rivelandoci essere la più plausibile forma di pensiero con cui avvicinarci al concetto di "universo":

"Uno dunque è il cielo, il spacio immenso, il seno, il continente universale, l'eterea regione per la quale il tutto discorre e si muove. Ivi innumerabili stelle, astri, globi, soli e terre sensibilmente si veggono, ed infiniti raggionevolmente si argumentano. L'universo immenso ed infinito è il composto che resulta da tal spacio e tanti compresi corpi."

Giordano Bruno non era un astronomo, né un astrofilo, ma un filosofo che fu un vivace e coraggioso sostenitore della cosmologia moderna, inaugurata da Copernico, per le conseguenze che essa comportava sul piano filosofico. L'opera, infatti, può essere letta sia da un punto di vista astronomico (teoria dell'esistenza di un universo infinito insieme ad un'infinità di mondi finiti) sia da un punto di vista morale (il valore della libertà di pensiero e di azione).

sabato 21 febbraio 2009

La leggenda di Romolo e Remo: il lupercale

Consolidamento di storia.
Il lupercale, la mitica grotta dove la lupa allattò i due gemelli: leggenda o verità?


Sistema Solare: scoperto un nuovo pianeta nano, si chiama Haumea


Si chiama Haumea, come la dea hawaiana della fertilità, il quinto pianeta nano del Sistema Solare. Scoperto nel 2004 e finora indicato con la sigla 2003 EL6135, questo piccolo corpo celeste dalla forma allungata ha finalmente un nome e uno status.A classificarlo tra i pianeti nani è stata la commissione dell’Unione astronomica internazionale sulla nomenclatura dei piccoli corpi celesti (Csbn). Adesso Haumea è a tutti gli effetti un pianeta nano insieme Eris, Plutone, Makemake, Sedna, Orcus, Quaoar e Varuna. Haumea si trova ai confini del Sistema Solare, nella fascia di Kuiper, è stato scoperto da una squadra di astronomi dell’Istituto californiano di tecnologia (Caltech).

Il limite dell' Universo

NASCITA DELLA VITA UMANA

Consolidamento della lezione di scienze sull' apparato riproduttore.
Il filmato è molto bello ed istruttivo, e ribadisce concetti espressi durante la lezione.


mercoledì 18 febbraio 2009

Due poesie di UGO FOSCOLO

ritratto di Ugo Foscolo
Poesie
IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNI

Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentili anni caduto.
La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quïete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.


Parafrasi
Un giorno, se io non sarò più costretto ad errare di paese in paese, mi vedrai, o fratello mio, seduto sulla tua lapide a piangere per la tua giovinezza che è stata troncata prematuramente dalla morte. Solo nostra madre ora, portando avanti la sua vecchiaia, parla di me con la tua cenere che mai potrà risponderle: ma io tendo inutilmente le mie braccia verso i miei cari e anche se posso solo salutare da lontano (a causa dell'esilio) la mia patria, sento il destino avverso che mi allontana sempre più da essa e avverto le angosce interiori che sconvolsero la tua esistenza (spingendoti al suicidio), perciò desidero di condividere con te la pace della morte. Solo questo mi resta, ora, di tante speranze passate! Persone straniere (presso cui io vivo il mio esilio), restituite le mie ossa alle braccia della mia triste madre.
*
Cercate con Google Earth l' isola greca a cui è dedicata la poesia

Bambini, copiate intanto sul quaderno le due poesie di Ugo Foscolo.

A ZACINTO
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde

col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l 'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio

per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
Il fato illacrimata sepoltura

Parafrasi
Non toccherò più le sacre rive dove vissi da ragazzo oh mia Zacinto che ti specchi nelle acque del mar Ionio, dalle quali nacque vergine Venere che col suo primo sorriso rese fertili quelle isole. Perciò, non potè non celebrare le tue limpide nuvole e la tua flora, il verso illustre di Omero che cantò il vagabondare (attraverso i nomi, di Ulisse) nel suo esilio (voluto dal fato) in seguito al quale Ulisse fu reso famoso anche per le sue sventure e potè baciare la sua rocciosa Itaca. Tu, Zacinto terra in cui nacqui, avrai solo la poesia di questo tuo figlio (Foscolo); per me il destino ha deciso una sepoltura in terra straniera che non sarà confortata dalle lacrime delle persone care.
(vedi la biografia del poeta)

domenica 15 febbraio 2009

Nuovo blog didattico


Per problemi tecnici, non riesco più ad entrare e ad amministrare i blog che avevo creato in precedenza su Blogger, e così ho dovuto crearne un altro .


Il vecchio blog, LA MAESTRA ANGELA E I SUOI ALUNNI, che avevamo da ben tre anni, è nei link.

Esso resta l' archivio del nostro percorso, di cui questo, è la parte finale, necessaria per continuare, per alcuni mesi ancora, il nostro viaggio didattico.

Il titolo è proprio bello, e in esso ci riconosciamo, perché siamo veramente... pescatori di stelle, per le tante avventure cognitive che abbiamo vissuto in questi anni assieme, per il desiderio di volare oltre i confini del nostro spazio cittadino e temporale, e l' attitudine ad avere "la testa tra le nuvole, ma i piedi ben piantati a terra"

Così, il nostro viaggio continua!!!!